La perovskite è un minerale costituito da titanato di calcio scoperto nei Monti Urali in Russia alla metà dell’800. Se trattato con alcune molecole organiche questo cristallo può raccogliere energia solare e trasformarla in energia con capacità molto migliori delle celle solari a base di silicio che usiamo tradizionalmente. Se unito con ioduro di piombo e metilammonio può diventare un generatore di energia incredibilmente potente. Un ostacolo è tuttavia rappresentato dalla tenuta.
Utilizzando un computing all’avanguardia per analizzare i comportamenti quantistici che influenzano gli elettroni mentre migrano attraverso il mix di molecole organiche e strutture di ioduro di piombo, alcuni ricercatori dell’Università di Santa Barbara hanno scoperto che l’aggiunta di più ioduro non era la strada da percorrere.
In sostanza lo ioduro rompe i legami e rimuove l’idrogeno che in concreto interrompe la trasmissione di energia elettrica. Trasformare questo lavoro teorico in un metodo pratico di generazione di elettricità richiederà più test e pianificazione. Ma non è escluso – fermo restando che occorre fare chiarezza sulla disponibilità sulla Terra di questo minerale - che tra qualche anno non si possa proporre sul mercato per un mondo più sostenibile.