Nell’Ue sale la pressione per limitare il prezzo del gas naturale importato per contenere i costi energetici, ma molte delle aziende che fanno fortuna vendendo gas americano a buon mercato nel continente a prezzi da far venire l’acquolina in bocca sono europee.
Il gas naturale liquefatto (Gnl) caricato sulle petroliere nei porti statunitensi costa quasi quattro volte di più dall’altra parte dell’Atlantico, in gran parte a causa della perturbazione del mercato causata da una perdita quasi totale delle consegne russe a seguito dell’invasione dell’Ucraina.
La Commissione europea è stata sottoposta a forti pressioni per delineare un piano per fissare un tetto al prezzo del gas, ma alcuni paesi, guidati dalla Germania, temono che una tale misura possa indurre gli esportatori statunitensi a inviare carichi di gas altrove. Anche la Commissione è riluttante e la sua proposta pubblicata nei giorni scorsi stabilisce requisiti così stringenti che difficilmente entrerà in funzione.
Ma gran parte del commercio è in realtà nelle mani delle aziende europee, secondo il più grande esportatore di Gnl americano. “Il novanta percento di tutto ciò che produciamo viene venduto a terzi e la maggior parte dei nostri clienti sono società di pubblica utilità: Enel, Endesas, Naturgys, Centricas ed Engies”, ha affermato Corey Grindal, vicepresidente esecutivo per il commercio mondiale di Cheniere Energy, snocciolando i nomi dei grandi fornitori di energia europei.
Cheniere, che quest’anno ha visto il 70% del suo Gnl esportato in Europa, vende il suo gas a un prezzo fisso basato sul prezzo di riferimento americano, denominato Henry Hub, che attualmente è di circa 6 dollari per milione di unità termiche britanniche. Ovvero circa 33 euro per megawattora. Per fare un confronto, l’attuale tasso di riferimento dell’Ue, il famigerato Ttf , è di 119 euro per MWh.
Si tratta di un grosso margine per chiunque rivenda quei carichi di Gnl nel mercato all’ingrosso europeo, approfittando dei timori che potrebbe non esserci abbastanza gas per durare l’inverno. Sebbene la differenza tra i prezzi del gas negli Stati Uniti e nell’Ue non sia passata inosservata ai politici europei, il dito è stato puntato contro i produttori americani piuttosto che i rivenditori comunitari. Ma i dati sembrano evidenziare un'altra, amara, realtà. O meglio, la speculazione è alimentata su entrambi i fronti, statunitense ed europeo; tuttavia, i prezzi stratosferici del gas nel Vecchio Continente appaiono perolopiù determinati dai distributori comunitari.