Il governo di Taiwan ha deciso di investire 982 milioni di dollari per aumentare la conoscenza della lingue inglese entro il 2030. L’obiettivo è garantire alle nuove generazioni dell’isola (la cui economia dipende principalmente dalle esportazioni e fornisce il 60% dei chip mondiali) un ulteriore accesso all’economia globale di stampo occidentale e diventare (effettivamente) ‘bilingue’.
I cittadini taiwanesi studiano già l’inglese fin dai sette anni nelle scuole, anche se l’istruzione è ritenuta troppo superficiale. Allo stesso tempo, le scuole private di lingua inglese risultano poco accessibili a gran parte della popolazione per questioni legate all’onerosità delle rette.
Il progetto governativo assume anche una dimensione interna regionale e internazionale. Ad esempio, Hong Kong, Filippine, India e Singapore già utilizzano l’inglese negli uffici governativi, professionali, legali, ecc.
Il confronto con la Repubblica Popolare Cinese si gioca così sotto il profilo geoculturale, avvalorando il fattore umano e segnando così una distanza sempre più marcata con Pechino.