La Bce ha commissariato Banca Carige – il decimo istituto italiano - dopo che l'azienda creditizia ligure in difficoltà non è stata in grado di raccogliere nuovi capitali.
È la prima volta che la Banca Centrale prende una decisione del genere: ha nominato tre commissari straordinari e un comitato di sorveglianza formato da tre membri - Gianluca Brancadoro, Andrea Guaccero e Alessandro Zanotti - che subentreranno al Consiglio di amministrazione alla guida della banca.
La decisione fa seguito alle dimissioni della maggioranza dei membri del Cda: il presidente Pietro Modiano e il ceo Fabio Innocenzi, entrambi dimissionari, sono stati nominati amministratori straordinari, e con loro c’è anche l’accademico Raffaele Lener.
“Le dimissioni della maggioranza del Cda hanno reso necessario l'insediamento di una gestione straordinaria che guidasse la banca al fine di stabilizzarne la governance e di perseguire soluzioni efficaci per assicurare in modo sostenibile la stabilità e la conformità alle norme”, si legge in un comunicato della Bce.
Sul tavolo c’è l’aumento di capitale da 400 milioni bocciato dall’assemblea dei soci il 22 dicembre scorso con l’astensione del socio di maggioranza, la famiglia Malacalza che è attiva nel settore siderurgico e detiene il 27,6% della banca.
Carige ha assicurato che gli amministratori continueranno a lavorare su misure per liberarsi dei prestiti in sofferenza, cercare un possibile partner di fusione (cosa non facile dopo aver venduto le proprie migliori attività negli ultimi anni per restare a galla) e rafforzare il capitale della banca.
Secondo quanto previsto dalla procedura, i commissari straordinari hanno il compito di salvaguardare la stabilità della banca monitorandone attentamente la situazione, tenendo costantemente informata la Bce e, se necessario, “adottando misure tese ad assicurare che la banca ripristini il rispetto dei requisiti patrimoniali in modo sostenibile”, specifica Francoforte.
Il commissariamento è stato preceduto dalla sospensione del titolo in Borsa decisa dalla Consob. Dopo decenni di cattiva gestione e un’eccessiva esposizione verso l’economia locale, l’istituto italiano dovrà ora tentare di risollevarsi.