Cosa è davvero l’inflazione? Negli anni Settanta l’economista e premio Nobel William Nordhaus paragonò l’aumento dei prezzi al consumo a ciò che accade in uno stadio di calcio quando la partita diventa particolarmente emozionante. Tutti si alzano istintivamente per avere una visuale migliore, ma alla fine è un gesto collettivamente controproducente: la visuale di chi si mette in piedi non migliora visto che anche le persone di fronte non sono sedute.
Coloro che spiegano l’inflazione come un fenomeno causato da un’economia surriscaldata sostengono che, mentre alcuni tifosi allo stadio cercano di avere una vista migliore a spese di altri, la causa principale del problema è che il gioco è diventato troppo eccitante.
Dal canto loro, le aziende vorrebbero idealmente sempre aumentare i prezzi e i lavoratori vorrebbero sempre negoziare salari più alti, ma lo fanno solo quando le vendite sono alte e i posti di lavoro sono abbondanti. Ma se la partita diventa meno interessante, ovvero se l’economia viene volontariamente spinta verso un rallentamento o addirittura una fase recessiva, i tifosi tornano seduti ai loro posti, così come l’inflazione rallenta.
E questa è, in effetti, la politica monetaria che fondamentalmente le principali economie stanno perseguendo per controllare l’inflazione. Secondo l’economista Paul Krugman, la Federal Reserve e la Banca centrale europea stanno alzando i tassi di interesse nel tentativo deliberato di rallentare le loro economie fino a spingerle verso la recessione, proprio per convincere le aziende a non aumentare i prezzi e persuadere i lavoratori dal chiedere aumenti salariali rilevanti.
Negli anni Settanta si parlava molto di ‘politica dei redditi’, una combinazione di incentivi e moral suasion (si intende con ciò una persuasione morale autorevole che si propone di orientare scelte e comportamenti) che avrebbe potuto conciliare una bassa inflazione con un’economia in espansione. E – rileva Krugman - ci sono anche stati alcuni esempi di successo. In particolare, nel 1985 Israele curò l’inflazione elevata senza innescare una grave recessione, in parte impedendo a salari e prezzi di salire. Realisticamente, niente di tutto ciò accadrà nelle principali economie nel prossimo futuro.
Ma è davvero impossibile immaginare di poter rendere la lotta contro l’inflazione un po’ meno dolorosa cercando strumenti che vadano oltre il semplice aumento dei tassi di interesse fino al punto di piegare le aspettative di imprese e lavoratori? La risposta di Krugman è secca: “No!”.