Sebbene sia noto a tutti che l’impatto della crescita dei prezzi sia inversamente proporzionale al reddito disponibile, cioè incide di meno sui redditi più alti rispetto ai redditi più bassi, è difficile catturare il fenomeno legato alla distribuzione del reddito sottesa proprio alla crescita dei prezzi.
Per comprendere come e quanto la crescita dell’inflazione incida sul reddito è necessario fare una serie di operazioni, in particolare rispetto alla tipologia dei beni consumati. Prendiamo in considerazione solamente i beni alimentari, energetici-gas e combustibile che, per definizione, rientrano nei così detti beni incomprimibili, cioè i beni che sono irrinunciabili per qualsiasi essere umano.
L’inflazione è un fenomeno economico e come tale può dunque essere interpretata in modi diversi. Sappiamo che l’inflazione è una convenzione, ma l’impatto sociale (come detto) non è omogeneo, piuttosto è concentrato sugli strati sociali più deboli e con redditi fissi.
Ogni volta che aumenta l’inflazione, se non è governata, sale la polarizzazione del reddito. In altri termini, non possiamo contrastare l’inflazione senza curarci della distribuzione del reddito.
Dal momento che l’inflazione può essere interpretata come un fenomeno di medio periodo, determinata da meccanismi complessi da governare (nazionali e internazionali), la redistribuzione del reddito è un tema prettamente interno al paese che può essere affrontato anche nel brevissimo periodo (es. legge di bilancio per il 2023).