L’inchiesta era iniziata nel 2011. Ma solo da lunedì 8 ottobre è cominciato il vero e proprio processo a Parigi contro il gigante svizzero Ubs. La banca è accusata di aver aiutato facoltosi cittadini francesi a trasferire i propri risparmi nel paese elvetico per evitare la tassazione prevista in Francia.
Il problema è che sarebbe stato lo stesso istituto di credito a cercare i potenziali clienti. Ecco perché, se giudicato colpevole, il colosso con sede a Zurigo potrebbe subire una pesante multa, pari a 5 miliardi di euro. Ben più di quanto Ubs ha rifiutato di pagare (1,1 mld) per uscire dal procedimento giudiziario su proposta delle autorità transalpine. Tra i big sotto processo c'è Raoul Weil, numero tre di Ubs, e Patrick de Fayet, ex dirigente per le operazioni in Francia.
L’incidente con la magistratura parigina, tuttavia, non è stato il solo per Ubs. Negli anni scorsi il Belgio ha incriminato per frode fiscale la banca, che ha anche accettato di pagare ammende salate alle autorità statunitensi, britanniche e svizzere per i presunti brogli in merito ai tassi d'interesse applicati ai clienti.
Nel 2009 ha ricevuto negli Stati Uniti una multa di 780 milioni di euro dopo aver ammesso di aver aiutato migliaia di clienti Usa a imbrogliare l'Internal Revenue Service. Una sanzione da 300 mln è stata, poi, inflitta dalla Germania nel 2014.
Nel caso, invece, del procedimento in corso in Francia la stima dei capitali non segnalati alle autorità d’oltralpe è pari a 9,76 mld. Per il riciclaggio di denaro, la legge francese consente ai giudici di comminare multe fino a metà dell'importo considerato.
Ma il processo è appena iniziato. Durerà fino al 15 novembre.